Nomen Omen

Concorso di idee per l’intitolazione delle vie e delle piazze del borgo urbano “Villaggio Sant’Agata”

Iniziare a pensare positivamente cercando di trasmettere una cultura civile e densa di significati legati alla conservazione del bene comune, attraverso il riconoscimento e la tutela del luogo in cui si vive, è certamente il punto di partenza per un rilancio delle periferie. Il nome di una via o di una piazza può così divenire elemento importante della vita percettiva, emotiva, intellettuale. Esso può suscitare emozioni, simpatie o avversioni, richiamare alla memoria luoghi e situazioni, ambienti e persone, stati d’animo e sensazioni. Il nome di una via risuona dunque come “memoria”, elemento di rievocazione.

Per questi motivi l’attuale suddivisione del Villaggio Sant’Agata in quattro zone, se forse aiuta i postini durante la distribuzione delle lettere, riteniamo sia insufficiente e troppo impersonale per un quartiere di una città civile, solare e mediterranea quale aspira Catania.

A questa città civile, solare e mediterranea si è inspirato il presente progetto con il quale si sono volute intitolare (almeno sulla carta), grazie alla fantasia e alla genialità dei suoi abitanti, le vie e le piazze del Villaggio Sant’Agata.

Il “Villaggio”, quartiere periferico e popolare, come tanti altri edificati nell’ultimo trentennio nelle grandi città del sud Italia, rivela una ricchezza che si esplicita attraverso l’operosità e la volontà dei suoi migliori abitanti (tanti!), che non si rispecchiano nelle stratificazioni grigie e impersonali dell’urbanizzazione in cui vivono.

Il progetto ha avuto come principale scopo il coinvolgimento dei genitori degli studenti dell’Istituto Comprensivo Pestalozzi (istituzione che rappresenta un punto di riferimento sociale e culturale per gli abitanti del Villaggio S.Agata), in un “Concorso di idee” che ha riguardato persone, località, nazioni, eventi storici, elementi delle tradizioni locali, caratteristiche ambientali, personaggi letterari, filosofi, artisti ed ogni altro elemento che poteva essere ritenuto meritevole per intitolare un luogo pubblico, purchè rispettoso delle Leggi dello Stato, della moralità, delle religioni e delle opinioni dei cittadini. Tutto ciò ha voluto significare imput e volano per lanciare l’”idea”.

La frase Nomen omen (o al plurale nomina sunt omina) è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa “il nome è un presagio” o meglio “il destino nel nome”; essa deriva dalla credenza dei Romani che nel nome della persona fosse indicato il suo destino (bisogna ricordare che presso i latini il prenome dato alla nascita non aveva significato sociale, il cognome veniva invece ereditato dal padre, ma il nome e l’agnome potevano essere dati dalla gente). Quindi è stato interessante e stimolante, durante lo svolgimento del progetto, verificare i temi nominali intesi dagli abitanti del Villaggio Sant’Agata. Il concorso di idee ha espresso in tutta la loro interezza la creatività e la vivacità tipiche di una Comunità geniale, attiva e legata alla propria terra.

Ma ancora più significativo è stato il risultato finale che ha visto emergere i nomi e le tematiche dominanti:

  • Così la zona A del “Villaggio” ha avuto come intitolazione filosofi e pedagogisti, via Socrate, via Ippocrate e via Cartesio si intersecano, nell’idea dei corsisti, con le piazze Lorenzo Lambruschini ed Ernesto Codignola.
  • Per la zona B sono stati scelti i nomi dei “grandi” del cinema e del teatro italiano, pertanto nell’immaginario dei corsisti si percorrerà la via Marcello Mastroianni per poi svoltare in via Silvana Mangano e raggiungere piazza Gassman.
  • Mentre per la zona C si è pensato alle opere letterarie siciliane, si potrà quindi passeggiare per via Del Gattopardo e soffermarsi su viale Dei Malavoglia.
  • Infine la zona D è stata dedicata ai Maestri Pittori e scultori, l’idea progettuale ha dunque previsto la possibilità di dare appuntamento in via Del Tintoretto, per recarsi successivamente in piazza Giotto.
L'incontro in Sala Giunta con il sindaco Stancanelli

L'incontro in Sala Giunta con il sindaco Stancanelli

L’utilizzo della toponomastica è così divenuto uno degli strumenti interessanti e non banali per entrare in contatto con la cultura, la letteratura, l’arte e la storia. Si è cercato quindi di sovvertire la maniera di intendere i borghi sub urbani della nostra città, soprattutto quelli sorti negli ultimi trent’anni (come ad esempio “Zia Lisa”, “S.Giorgio”, “Villaggio Sant’Agata”, “Librino”): questi oggi vengono considerati da tutti noi luoghi dai colori grigi e monotoni, dove le tinte delle grandi superfici dei palazzi a torre, come dei fabbricati a schiera o ancora delle costruzioni realizzate in difformità allo strumento urbanistico diventano spesso tutt’uno con gli asfalti delle strade, realizzando un effetto cupo e triste. A ciò si unisce, come nel caso del Villaggio Sant’Agata, l’anonimato delle vie e delle piazze.

Tutto questo rappresenta chiaramente un non riconoscimento del territorio cioè la mancanza di quel “genius loci” che identifica i luoghi, li fa vivere attivamente e costituisce la base per l’affezione agli spazi che ci circondano, non più anonimi e impersonali.

L’obiettivo primario del progetto “Nomen Omen” è stato quello di far maturare comportamenti volti al rispetto e alla tutela del proprio quartiere e più in generale del cosiddetto “bene pubblico”.

La partecipazione dei corsisti è stata pertanto costantemente caratterizzata da spunti e informazioni, acquisite anche al di fuori degli incontri e/o da informazioni specificamente cercate autonomamente in riferimento agli argomenti e alle attività proposte.

I corsisti hanno dimostrato sin dall’inizio interesse per gli argomenti e per le attività proposte. Il percorso formativo è stato caratterizzato per tutta la sua interezza da un atteggiamento curioso e interessato, spesso contrassegnato da domande e interventi personali. Frequentemente si sono verificati momenti collegiali in cui si sono messe in comunione le conoscenze e le esperienze acquisite, soprattutto durante il lavoro di gruppo.

Per ciò che attiene l’acquisizione e l’attuazione di un comportamento ed un atteggiamento positivo, occorre sottolineare che durante l’iter progettuale l’utenza ha sempre tenuto un atteggiamento collaborativo, interessato e coeso. Si è sempre comportata in modo consono ed ha sempre messo in atto quanto appreso a volte in maniera entusiastica.



L’incontro in Sala Giunta tra il Sindaco e la delegazione dell’I. C. Pestalozzi