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Le origini del Melodramma

Il termine melodramma, sinonimo di opera o opera lirica, indica uno spettacolo teatrale nel quale convivono recitazione, canto, musica e balletto.

La nascita del melodramma è legata alla Camerata de’ Bardi o Camerata Fiorentina, un gruppo di nobili che si riunivano alla fine del XVI secolo nel Palazzo del Conte Bardi a Firenze per discutere sul problema del rapporto tra poesia e musica. I componenti più importanti della Camerata Fiorentina furono: Giulio Caccini, Jacopo Peri, Emilio De Cavalieri e Vincenzo Galilei, il padre di Galileo Galilei. L’idea degli intellettuali della Camerata era quella di far rivivere lo stile drammatico degli antichi greci; pertanto erano fautori di uno stile recitativo in grado di cadenzare la parlata corrente e il canto.

Il Recitar Cantando e le prime opere

Orfeo ed Euridice
Il mito di Orfeo ed Euridice
Nei primi anni del Seicento a Firenze furono rappresentate due opere dallo stesso titolo, su libretto di argomento mitologico di Ottavio Rinuccini: l’Euridice di Jacopo Peri, per le nozze di Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia, e l’Euridice di Giulio Caccini. Da quel momento l’opera incontrò una grandissima fortuna.

L’argomento delle prime opere era a sfondo mitologico o storico; gli intellettuali della Camerata Fiorentina volevano ricreare nel teatro musicale lo stile drammatico degli antichi greci e dare quindi il primato alla recitazione, cioè alla poesia sulla musica; per questo si andò elaborando uno stile recitativo, dove una singola voce recitava cantando, accompagnato da strumenti musicali. Il canto seguiva rigorosamente le inflessioni della recitazione.

L’opera era ancora ben lontana da quella alla quale siamo oggi abituati: il ritmo era lento, l’azione scenica ridotta, il canto privo di virtuosismi e vicino al ritmo della recitazione, l’accompagnamento musicale era affidato a pochi strumenti che facevano da sostegno alla monodia vocale.

Dalle corti al teatro a pagamento

In un primo tempo i melodrammi venivano rappresentati nelle corti o nei grandi palazzi dei nobili, in occasione di avvenimenti particolari, come incoronazioni, matrimoni, feste, ed erano eventi unici e irripetibili, caratterizzati da un impianto scenico sfarzoso.

Nel 1637 fu invece aperto a Venezia il primo teatro a pagamento, il “San Cassiano”, un evento del tutto straordinario che permise anche alla borghesia la partecipazione agli spettacoli teatrali e che determinò il definitivo successo del melodramma; nel giro di mezzo secolo il San Cassiano fu affiancato da altri sedici teatri, dove furono allestite oltre 300 opere e moltissimi nuovi teatri si aprirono in tutta Europa.

Da questo momento in poi i teatri, per sopravvivere, avevano bisogno di incassi certi e continui e per ottenere questo dovevano soddisfare le richieste del pubblico. Nasce così la figura dell’impresario, che diventa il vero responsabile del successo o dell’insuccesso del teatro: egli deve scritturare i cantanti, i compositori (che dovevano scrivere la musica dell’opera, assecondando i gusti del pubblico), i librettisti (cioè i letterati e i poeti che mettevano in versi la storia dell’opera), i musicisti, gli scenografi (che tanta importanza rivestiranno perché in grado di sbalordire gli spettatori con le loro trovate sceniche fantasiose e spettacolari) e così via.